Citazione 1 (14/11/05)

"È bene rimettere alle parole e alle favole un mandato

provvisorio e, direi, una limitata procura: non ubriacarsi di

suoni: non credere che la noce sia sempre sana: addosso alle

noci, usare lo schiaccianoci: incastonar le parole nella

necessità del momento, sì con un certo senso del limite loro, e del

pudor nostro: e della credibilità de' fatti: e del "dolore del

mondo", sto frescone, e delle contrastanti possibilità. Ogni atto o

fatto del mondo è finito, anche se noi lo possiamo desiderare

infinito. Solo infinito è Colui che non dobbiamo nominare

vanamente. Lo stomaco si sazia d'un fagiano, e l'animo non si

sazierà d'una tromba, o d'un poema, o d'un bugìone grosso,

in teatro?"

Moraluzza (1936)

 

Citazione 2 (8/3/06)

"Le femministe, oggi, sostengono la parità e la parificazione dei sessi,

in fatto e in diritto. In diritto, convengo: l'egoismo dei maschi, viceversa,

rovescia corbe di belle frasi sulla tavola dei tira-in-lungo, promette molto

(a parole) salvo a non mantenere nulla di nulla. (In amore, p.e., la donna

sopporta tutte le conseguenze e tutte le passività dell'amore). In fatto,

non credo che la parità esista. Esiste una «diversità» che non

comporta parificazione funzionale. Scusatemi, perdonate: ma non credo in

una donna-giudice, in una donna direttrice della Montecatini.

Il temperamento vagotonico della donna, la sua «serietà», la mania di

recitare a tutti i costi una parte drammatica, la spingono ad atti

inconsulti. È vero che la condotta di molti uomini risulta più inconsistente

di quella di una donna isterica: ma non è questa una buona ragione per

istituire a sangue freddo un corpo di carabinieri di sesso femminile."

Corollario in "Parliamo della mamma: ..." (1952)