Analisi ed elaborazioni con tecniche di visual analytics sul Carteggio Galileiano: i dignitari ecclesiastici e granducali
Andrea Cioli (Cortona, 1573 - Firenze, 1641)
Ottenne la cittadinanza fiorentina nel 1611. Entrato al servizio di Ferdinando I, granduca di Toscana, divenne stimato segretario di Cristina di Lorena alla sua morte. Per testamento di Cosimo II fu eletto nel consiglio di reggenza durante la minore età di Ferdinando II. Nel 1626 divenne senatore e fino alla morte conservò la carica di Segretario del Granduca. In questa veste seguì tutte le fasi del processo di Galileo, facendosi portavoce del volere di Ferdinando II, il quale, pur dovendo sottostare ai dettami del Sant’Uffizio, tentò di favorire in ogni modo il matematico e scienziato del Granducato.
Antonio Barberini (Roma, 1607 - Roma)
Nipote di papa Urbano VIII per parte di padre e del cardinale Antonio Barberini seniore O.F.M.Cap., nonché del cardinale Lorenzo Megalotti. Gran priore per Roma dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, ebbe la gran croce dell'ordine ed entrò nello stato di vita ecclesiastica a partire dal 1627. Intermediario della corte papale con l'inquisizione di Firenze guidata da Clemente Egidi, fu incaricato di ottente la convocazione di Galilei a Roma.
Geri Bocchineri ( – Prato, 1650)
Nel tempo nel quale Andrea Cioli resse la segreteria toscana di Stato, fu segretario privato del granduca Ferdinando II, e godé per molti anni il favore del granduca. Nel 1636 fu eletto governatore della Pia Casa dei Ceppi di Prato, ma poco dopo, il 17 febbraio, per ordine granducale fu sostituito in tale carica dal fratello Ascanio. Geri Bocchineri, fratello di Alessandra e Sestilia (moglie del figlio di Galileo, Vincenzio) era molto amico di Galileo Galilei e più volte lo scienziato si rivolse a lui durante le fasi del processo per eresia di cui fu protagonista, dopo la pubblicazione del "Dialogo sopra i due Massimi Sistemi del Mondo" (Firenze, 1632).
Francesco Niccolini (Firenze, 1584 - Firenze, 1650)
Ambasciatore a Roma per il granduca Ferdinando II dal 1621 sino al 1643. Tornato in patria fu nominato gentiluomo di Corte di Ferdinando II e nel 1647 divenne Gran Cancelliere dell'Ordine di Santo Stefano. Niccolini aiutò molto Galileo al quale lo legava una forte amicizia, che si rivelò strategica per Galileo negli anni della pubblicazione del "Dialogo". Infatti, su invito del Segretario granducale Andrea Cioli, prese contatti con il Maestro del Sacro Palazzo, Niccolò Riccardi, incaricato di revisionare l'opera, perché accelerasse il procedimento e non impedendisse il nullaosta circa la licenza di stampa del libro. Nei mesi successivi alla pubblicazione, Francesco Niccolini fu costantemente in contatto sia con Andrea Cioli che con Galileo stesso, aggiornando entrambi sugli umori romani. Durante la permanenza di Galileo a Roma per il processo, l'ambasciatore lo assisté con grande affetto, arrivando a proporsi di sostenere personalmente le spese del suo mantenimento, qualora il Granduca non avesse voluto più farvi fronte. Nel periodo che seguì la condanna, si prodigò perché Galileo ottenesse la grazia e, pur non raggiungendo l'obiettivo, riuscì a fargli ottenere il permesso di risiedere a Firenze.