I termini e i concetti
Nella lettura delle fonti, per la nostra tradizione di studi che scaturisce da Bologna, a cominciare dai Glossatori si è sviluppata una fitta rete di collegamenti fra di esse che ne ha prodotto sviluppi e accrescimenti; che ha rinnovato tali collegamenti aprendo la via a nuove letture adeguate al mutare delle circostanze storiche e dei problemi; che si è affievolita e ripresa con una pluralità di metodologie nelle quali l’attenzione ai termini-concetti, radicata già nel più antico lavoro dei giuristi romani, è stata sempre centrale. Essa, in particolar modo con le codificazioni moderne, ha conservato, sovrapposto o abbandonato, aggiunto condizioni d’uso, significati, termini, nel complesso succedersi di continuità e revisioni, e altresì nel dialogo con la pluralità di lingue in cui il sistema del diritto romano veniva ad essere formulato e riformulato.
La ricerca per termini per lo più in latino, attenta al quadro completo dell’uso di ciascuno, ed anche alla varietà di contesti, di autori, di ambiente e tempo, dalla fine dell’Ottocento si è imposta come una via fondamentale di lavoro per lo specialista del diritto romano. Il Vocabularium Iurisprudentiae Romanae, iniziato nel 1903 per la cura di Otto Gradenwitz, sostenuto dalla Savigny Stiftung, e terminato nel 1987, registra tutte le ricorrenze di ogni termine dei Digesti, ordinandole, sulla base della forma e delle iuncturae che rivelavano anche la formazione di locuzioni fisse ed ha accompagnato inizialmente un periodo caratterizzato dall’interpolazionismo, e poi dai suoi eccessi. Ad esso si sono affiancati strumenti simili per le Istituzioni, per il Codice, e per altre fonti, come le Istituzioni di Gaio. Il superamento dei menzionati eccessi, è stato accompagnato e sostenuto anche dal raffinamento del metodo di ricerca che anche proprio la puntuale attenzione all’uso dei termini, da tali strumenti promossa, rendeva possibile.
La predisposizione di 'concordanze' ha offerto uno strumento a questo scopo (cfr. ad es. le Iuliani Epitome Latina Novellarum Iustiniani : secondo l'edizione di Gustavo Hänel e col glossario d'Antonio Agustín : testo, indici, concordanze, a cura di P. Fiorelli e A. M. Bartoletti Colombo, Firenze, 1996) ma una tale opera non è stata realizzata per i Digesti e lo strumento di interrogazione per termini che si pone qui ora a disposizione con l’immediata possibilità di confrontare alcune righe svolge anche tale fondamentale funzione. Esso ne svolge anche un’altra, offrendo la possibilità di risalire all’intero frammento, e ulteriormente all’intero titolo, possibilità che costituisce una possibile via di accesso ai testi per soggetto anche se, a questo fine, va tenuto presente altresì sia il metodo di lavoro dei giuristi della commissione che ha composto i digesti, sia quello degli autori dei testi e del genere letterario dell’opera a cui il frammento appartiene.
Una specifica attenzione ai termini nella traduzione del testo in altra lingua è certamente un ulteriore momento, un ponte nei confronti del diritto del sistema del diritto romano che nei codici moderni e da essi ha tratto ulteriori svolgimenti.
M. Varvaro
La storia del ‘Vocabularium iurisprudentiae Romanae’ 1. Il progetto del vocabolario e la nascita dell’interpolazionismo, in Quaderni Lupiensi, 7, 2017
F. Briguglio
L’ «Epitome Iuliani» e il «Legum Iustiniani imperatoris vocabularium», in Rivista di diritto romano, I, 2001, 15 ss.
L'interrogazione dei testi
Accompagnare la traduzione con uno strumento di ricerca che consente la massima possibile consapevolezza di quanto è stato realizzato, traducendo, e dei suoi limiti, e quindi della necessità che la traduzione sia dall’utente accompagnata da una interpretazione scientifica, è un obbiettivo perseguito al quale l’immediata disponibilità della duplice via di accesso al testo è una sollecitazione.
Il presente testo, nella sua struttura dinamica di lettura-ricerca, riflette cioè la consapevolezza che la traduzione storico-giuridica, in quanto propone corrispondenze fra lingue non contemporanee e con griglie concettuali differenziate ma legate a momenti successivi dallo stesso principium, è un lavoro di grande traslazione ermeneutica (non solo linguistica, ma contenutistica) segnata da un gran numero di problemi (teorici, semantici, sintattici, pragmatici, giuridici in senso lato e giuridico-dogmatici) i quali meritano di essere individuati, tipizzati, discussi arricchendo in tal modo (sia autonomamente sia metodologicamente) il patrimonio scientifico delle discipline giuridiche e la sua capacità di affrontare i problemi odierni.